Forse troppo tardi in Italia
La volontà di cambiare sembra esserci ed anche i buoni propositi, ma spesso non si ha conoscenza di quello che sta accadendo in un determinato momento storico.
Ieri sono stato invitato ad un dibattito a Roma sulla convergenza digitale, proprio il giorno della riapertura dei lavori.
Mi è stato chiesto, secondo Lei che cosa ha penalizzato le PMI italiane negli ultimi 5 anni ?
Da italiano, ho pensato tante cose in quel momento, così come tutti dinnanzi ad una domanda così a bruciapelo che offre tanti assist per cadere nella demagogia.
Da professionista ho risposto che tra i tanti fattori uno di quelli predominanti è stato il non cogliere sin da subito, con investimenti adeguati, tutte le opportunità che la trasformazione digitale e l’adozione di nuove tecnologie avrebbero ripagato sicuramente nel breve/medio termine.
Il loro stupore, mi ha “costretto” a ricostruire quelli che per me, erano stati i vari stadi di avanzamento della trasformazione digitale in Italia (“costretto” non perché non volessi farlo, bensì perché ripercorrendo a ritroso il fallimento di molte realtà produttive non è stato bello. Poi ho pensato, molte aziende sono ancora in tempo!) :
IL BUSINESS DI SEMPRE
Le aziende operano con una metodologia consolidata nell’approccio con clienti, processi, metriche, modelli di business e tecnologia, ritenendo che rimanga sempre la più efficace, soprattutto confrontata con tecniche più evolute in ambito tecnologico.
IL PORTAFOGLIO CLIENTI INIZIA A DIMINUIRE O A MOSTRARE MALUMORE
Le aziende, in considerazione del trend negativo e confrontandosi con la concorrenza, iniziano una fase di sperimentazione da affiancare alla metodologia tradizionale, ma credendoci poco e investendo poco o nulla.
I dipendenti che mostrano maggior propensione all’innovazione, in maniera quasi inconscia iniziano ad individuare specifici touch-point e colli di bottiglia di alcuni processi.
INIZIA LA SPERIMENTAZIONE, SENZA LA PIENA APPROVAZIONE DI TUTTI
La sperimentazione diventa intenzionale per i collaboratori più promettenti e capaci. L’iniziativa diventa sempre più audace e, di conseguenza, la rete commerciale cerca supporto esecutivo (una persona di riferimento) e strumenti per nuove fonti e tecnologie finalizzate a migliorare la conoscenza, la concorrenza, il mercato in genere e necessità dei clienti.
LA SPERIMENTAZIONE IN MANCANZA DI UN SUPPORTO SPECIALIZZATO GENERA INTERAZIONE
I singoli gruppi riconoscono la forza della sinergia così come quella delle loro ricerca fatte in modalità old style. Il duro lavoro dei meritevoli e nel contempo, inconsapevoli pionieri all’interno della propria azienda, inizia a portare i primi risultati e contribuisce alla definizione di nuove roadmap strategiche, che possono essere praticate o con un ampliamento di organico old style o investendo in un vero e proprio piano di trasformazione digitale, finalizzata a ridurre sforzi, massimizzare il rendimento degli investimenti ed aumentare il valore della produzione(Fatturato) e relativi indicatori, oltre a ridurre i costi
LA CONVERGENZA E LA TRASFORMAZIONE, VOLENTE O NOLENTE, DIVENTANO UN PASSAGGIO OBBLIGATO
Si crea un team dedicato alla trasformazione digitale per progettare e guidare le strategie e pianificare operazioni basate su obiettivi aziendali ed orientati al cliente. La nuova infrastruttura dell’organizzazione prende forma in termini di ruoli, competenze, modelli, processi e sistemi.
METODOLOGIA INNOVATIVA ED ADATTIVA
La trasformazione digitale diventa il modello di organizzazione primario, con manager e persone qualificate a seguire i continui cambiamenti. L’azienda ha sviluppato al suo interno un favoloso ecosistema per essere pro attivi, identificare e progettare strumenti sempre più evoluti per stare sempre al passo con la domanda del mercato,con la tecnologia stessa ed i nuovi trend in termini di richieste, di comunicazione, di posizionamento, di branding ed integrazione con il mondo esterno.
Pasquale Aiello
Digital Transformation Manager