Prima che scoppiasse l’emergenza Covid19 e dopo uno studio approfondito su Smart Working e Remote Learning, l’Ente Nazionale per la Trasformazione Digitale ha sviluppato tre progetti per la videocomunicazione remota, la didattica a distanza ed il nuovo framework del mercato del Lavoro. Rispettivamente, HRevolution, Click&Learn ed EduMasterJob. Click&Learn è stato subito reso disponibile per l’iniziativa del governo di solidarietà sociale.
Vi era l’esigenza di ripensare ad una nuova metodologia formativa, progettuale e ad un modo differente di comunicare ed interagire. Una delle criticità maggiori era rappresentata dalla zona di sviluppo prossimale. Difficile monitorarla e gestirla in presenza, compito veramente arduo in modalità remota.
Sono stati individuati 6 elementi cardine da cui partire per creare un sistema formativo remoto efficace:
1 ) Pianificazione di tutte le attività didattiche come fasi di processo così come da disciplina del Project Management. Essendo le fasi in serie, si rischiava di avere un grosso dispendio di tempo ed energia per il docente ed i discenti. Innescare più processi è stata una strada individuata, ma richiedeva spiccate competenze trasversali come Team Building, Team Working, Project Management, Design Thinking, Creatività e Gamification Learning oltre alla capacità di dare del Tu al Digitale. Probabilmente resta la strada maggiormente percorribile anche oggi.
2 ) Utilizzo di sistemi di formazione asincrona a distanza conosciuti come LMS ovvero Learning Management System. In questo caso l’offerta di prodotti opensource per la didattica non mancava. Anche se si è presentata una grossa criticità sulla sicurezza per molti di essi. Quasi tutti sono basati su scripting e con folders e struttura del database noti. Si è optato per privilegiare i progetti LMS dei quali i membri dell’ Ente erano sviluppatori attivi delle community opensource di riferimento e soci, oltre a realizzare un LMS proprietario con framework Laravel.
3 ) Utilizzo di sistemi di web conference sincroni. In questo caso non vi è stato alcun dubbio, già da tempo membri dell’ Ente erano parte attiva della community BigBlueButton. Le competenze sull’intera struttura di Big Blue Button, e la capacità di saperla scalare su architetture bilanciate al fine di aumentare il numero di utenti da poter servire ha portato alla scelta del sistema di videoconferenza maggiormente orientato alla didattica e seguito da persone che lo fanno con passione, come Fred Dixon, il padre di BigBlueButton.
4 ) Interoperabilità tra i sistemi di Remote Learning, Didattica a Distanza ed altri servizi. Anche questa si è rilevata essere una cosa semplice da gestire. Esistono Standard LTI ben definiti, pertanto è bastato far lavorare le API seguendo i dettami dell’ IMS per garantire la Compliance
5 ) Supporto per le Scuole e le Aziende. Opensource, non vuol dire gratis o forse può esserlo nel breve, fino all’insorgere della prima criticità. Se non vi è un supporto specializzato sia per il cloud che per l’applicativo, è un grosso rischio mandare in produzione un sistema di cui non si conosce il comportamento e la struttura. Per le scuole il nostro supporto all’utilizzo di BigBlueButton resta gratuito così come per gli altri prodotti opensource di cui siamo partner ufficiali e parte della community, ma sempre con l’obiettivo di rendere i singoli istituti autonomi e perché no, ciascuno con il proprio Cloud e la propria piattaforma.
6 ) Formazione dei docenti. Questo punto resta ancora una criticità sulla quale si sta lavorando con un Team qualificato.
Opensource e Didattica
Fonte: E.N.T.D.
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Articolo Pubblicato in Data 25 Mag 2020
sul portale dell’ Ente Nazionale per la Trasformazione Digitale