Lun. Ott 7th, 2024

Ambizioso il progetto di ricerca di un gruppo di studiosi italiani che non vogliono cedere alla “malocrazia”. Lo scopo dei ricercatori è quello di misurare in modo scientifico il livello di etica, buonsenso, senso critico e consapevolezza presente nei principali sistemi di governance pubblici e privati.

Secondo Pasquale Aiello, Presidente dell’Ente Nazionale per la Trasformazione Digitale, non ha senso definire KPI (Key Performance Indicators) per valutare la gestione della cosa pubblica e dei sistemi organizzativi senza avere indicazioni quantitative e qualitative precise circa le capacità ed attitudini delle persone che costituiscono parte del framework di riferimento.

I vettori individuati dagli studiosi per il progetto sono le principali leve di cambiamento nella società civile:

1) governance;

2)economics and finance;

3) individual and collective action;

4) science and technology;

Avere metriche chiare sull’alchimia delle principali leve del cambiamento può consentire di spostare il focus dall’abuso di terminologie legate a valori sull’effettivo utilizzo di valori nella vita quotidiana, nella politica, nelle aziende e nella pubblica amministrazione.

Il primo Paper pubblicato, “ETHICAL CONFLICT APPROACH IN THE BUSINESS MANAGEMENT “1 , vuole essere uno spunto per alimentare il confronto circa l’etica nei luoghi di lavoro, ovvero il posto dove si crea valore e dolore. “Senza lavoro non esiste economia reale, mentre le economie artificiali possono essere studiate, pianificate e create a tavolino in qualsiasi momento“. Queste le parole del Presidente dell’ENTD, Pasquale Aiello, che da anni crede fermamente nel binomio etica / lavoro per innescare una “Rivoluzione Etica supportata dalla Tecnologia Digitale.”

A seguire un estratto in italiano della pubblicazione:

“Un luogo di lavoro etico si fonda sulle capacità di ciascun dipendente, manager, leader di distinguere tra “Scelta giusta” e “Scelta sbagliata”. Potrebbe sembrare banale ma troppo spesso non è così. Non basterà uno slogan per affermare che la propria azienda ha uno scopo oltre il profitto ed una responsabilità sociale.

Quando in azienda si fanno scelte giuste e guidate dal buonsenso e dalle regole del contesto lavorativo tutti ne beneficiano. Le aziende dovrebbero costruirsi una buona reputazione che le caratterizzi per pratiche di lavoro eque, responsabilità sociale e integrità fiscale. I clienti, sia singoli consumatori che altre aziende, desiderano acquistare da aziende con una buona reputazione ed i fornitori vogliono fare business con loro.

Con questo modus operandi l’azienda evita i costi elevati, accertamenti da parte del fisco, passività finanziarie, perdita di morale che derivino dall’essere coinvolti in illeciti o indagini fiscali.

  • Gli investitori ne traggono vantaggio perché più clienti acquistano dall’azienda migliore è la sua performance finanziaria, quindi maggiore è il ritorno sull’investimento.
  • I dipendenti sono orgogliosi di lavorare per un’azienda rispettabile. Si fidano, inoltre, l’uno dell’altro con la consapevolezza di “fare la cosa giusta”, quindi condividono più informazioni e idee, il che guida l’innovazione.
  • La società nella sua interezza sta meglio, perché le economie prosperano sulla fiducia.

Nella quotidianità distinguere cosa sia giusto o sbagliato non dovrebbe essere un grande problema anche se non è sempre così. Spesso viene creata e reiterata la complessità per rendere le decisioni meno evidenti o più silenti. Si tende a non rendere evidente la “Scelta giusta” e logica. Ciò accade frequentemente nei sistemi di governance pubblica, nelle sedi del legislatore e nelle Aziende.

Trovarsi al cospetto di un dilemma etico, ovvero in una situazione di “Scelta giusta” contro “Scelta giusta” è già una fortuna ed un privilegio, tuttavia va gestito con molta cura. Un dilemma etico è una situazione in cui un manager deve decidere tra due o più linee d’azione corrette, ognuna delle quali potrebbe danneggiare qualcuno o qualcosa come ad esempio il valore dell’organizzazione, equilibri meritocratici, l’ambiente o la società in generale.

Queste criticità sono difficili da risolvere soprattutto in situazioni particolari, purtroppo molto comuni:

– Non avere regole o codici di condotta che spieghino cosa fare e cosa non fare; quindi non ci sono risposte chiare giuste e sbagliate.

– Ti richiedono di scegliere tra diverse potenziali linee d’azione che sembrano tutte eticamente valide.

– Ti costringono a valutare le opzioni e potenzialmente a sacrificare un valore per un altro.

Risolvere un dilemma etico in azienda è realmente complesso poiché sarebbe necessario considerare le potenziali conseguenze (Valutazione Impatto) per tutte le parti interessate. È difficile identificare e valutare tutte le possibilità ed è quasi impossibile accontentare tutti.

In questi casi l’utilizzo di un modello strutturato, anche se inizialmente può sembrare dispendioso, aiuterebbe a risolvere i dilemmi etici in modo equo ed efficace. Quando si valutano in modo “olisitico” le possibili scelte e relativi impatti, la probabilità di scegliere la migliore linea di condotta ed azione cresce.

Il modello decisionale ottimale indicato da Pasquale Aiello si articola in tre passaggi fondamentali:

  • acquisire elementi in modo discreto ed analizzare i fatti senza presupporre nulla, valutando tutte le informazioni necessarie per effettuare una scelta solo dopo aver maturato la certezza di aver definito con accurata precisione il problema e la natura dello stesso.
  • effettuare una valutazione d’impatto circa le conseguenze che le varie scelte potrebbero avere per i singoli e per il contesto senza trascurare i giudizi che potrebbero avere le persone anche se non saranno mai palesati.
  • mettere in discussione la decisione privilegiata, confrontandosi con persone verso cui si nutre profonda stima per meriti e non per ruolo. Confrontarsi, inoltre, con persone esterne al contesto di cui si ha fiducia, anche se potrebbe comportare una sensazione di disagio il solo pensare di richiedere il parere dei soggetti indicati.

Questi tre passaggi consentono di allontanarsi da pregiudizi e reiterazioni delle abitudini all’interno del contesto ed avvicinarsi alla migliore forma del nostro senso critico, buonsenso e consapevolezza. Il percorso spinge verso la rottura di schemi spesso consolidati. Sicuramente l’impresa può essere molto onerosa, tuttavia affrontare e risolvere in modo brillante un dilemma etico aiuta a crescere come individuo, come professionista, come imprenditore e come decisore. Tale maturità gestionale tenderà ad instaurare un clima di fiducia e rispetto, valore aggiunto inestimabile per qualsiasi sistema organizzativo e produttivo”.

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